L’11 Dicembre 2008 è una data importante per l’accessibilità dei siti web in quanto viene ufficialmente pubblicato lo standard WCAG 2.0.
Tale standard è già vecchio di almeno un anno ma ancora non tutti si muovono per applicarlo nei loro siti web.
In Italia, a parte la traduzione italiana dello standard a cura di Roberto Scano (presidente dell’associazione IWA – International Webmasters Association), non abbiamo molto. La legge Stanca (decreto ministeriale dell’8 luglio 2005) fa esplicito riferimento al WCAG 1.0 e allo standard americano S508 spingendo pero’ a documenti HTML o XHTML di tipo Strict e non Transitional.
In altre nazioni abbiamo:
- la Germania con lo standard BITV realizzato all’interno del progetto BIK del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali nel 2002. Il BITV è basato sullo standad WCAG 1.0. Ci si aspetta per la fine dell’anno un riadattamento alle specifiche WCAG 2.0. Vi invito a leggere comunque questo articolo sul contesto internazionale. Nota: tra la lista degli show case si intravede l’uso di Typo 3 (e Plone).
- in Spagna fu pubblicata la normativa UNE 139803 nel Dicembre del 2004 applicata alle specifiche WCAG 1.0.
- in Francia la traduzione delle specifiche WCAG 2.0 avvenne il 25 Giugno 2009 a cura dell’associazione BrailleNet la quale il 2 Marzo del 2010 diventa membro del W3C. La BrailleNet fonda un sito web AccessiWeb dove, tramite pagamento, certifica i siti web e, non fermandosi a livello nazionale fonda Euracert con associazioni Belga e Spagnola. A livello legislativo ritroviamo l’RGAA 2.2.1 pubblicato il 16 Novembre 2009 dove si promuove lo standard WCAG 2.0. Vi invito a leggere questo articolo che riassume il tutto.
- in UK il COI (Central Office of Information) pubblica le linee guida TG102 (aggiornate fino al 15 Ottobre 2009) dove si invita a seguire le WCAG 1.0 AA (affermando che tali linee guida saranno poi modificate per seguire le WCAG 2.0). Interessante come il sito della Difesa si preoccupi dell’accessibilità.
Ora a livello europeo fu pubblicata la metodologia UWEM nel 2007 sulla base del WCAG 1.0 a cui segui un migration plan il 12 Febbraio del 2008 per le specifiche WCAG 2.0 ma nulla di più.
In Europa abbiamo anche l’IPG (Information Providers Guide) dove si invitano i siti web europei a seguire le specifiche WCAG 2.0 AA.
Tra i vari software suggeriti per validare secondo lo standard WCAG 2.0 AA ritroviamo Total Validator, TAW (che segue la normativa spagnola e fa uso di HTMLParser), Wave, Cynthia says, Achecker e altri linkati dal W3C. Esplicitamente ritroviamo la Web Developer Toolbar di Chris Pederick rilasciata come GPL e NVDA e ORCA come screenreader.
All’interno dello stesso sito ritroviamo altri link sul controllo della qualità (tra cui JSlint, applicazione javascript rilasciata con licenza BSD che controlla la qualità del codice javascript).
Ci sarebbe da dire che Plone supporta le WCAG 1.0, su Drupal c’è un intero gruppo sull’interoperabilità mentre sul lato proprietario Sharepoint si annuncia come CMS conforme alle WCAG 2.0 (ci fu una tavola rotonda con la Hi Software (società dietro Cynthia says) dove si è creato il progetto AKS (Accessibility Kit for Sharepoint 2007)).